Un momento condiviso assieme ad alcuni artisti locali legati all'autore da un rapporto di stima e amicizia e con i quali condivide la passione per la propria arte.
L'evento si è svolto nella splendida cornice di Museo Mulino Sapignoli introdotto da Carla Bonvicini presidente dell'Associazione degli Amici del Mulino Sapignoli in una delle sale espositive dedicate all'arte molitoria anticamente utilizzata come stalla, luogo che in passato era destinato non solo al giaciglio per gli animali, ma anche alle veglie fatte anche di racconti di storie.
E le storie assieme ai quadri sono state le protagoniste della prima parte di questa presentazione a cominciare da un autore locale che ha letto un racconto tratto da "Il Bottone del generale Zucchi" ambientato nel meraviglioso Museo Del Bottone diretto da Giorgio Gallavotti.
A seguire "Forse sul Prossimo treno" storia ambientata alla fine della grande guerra, uno dei tanti racconti di Loris Dall'Acqua pubblicato in Racconti Romagnoli '16 edito da Historica Edizioni.
Le prime opere ad essere ammirate le tele di Mirella Zanotti magistralmente presentate dal marito, il pittore Loris Morigi assieme a Loris Dall'Acqua che ne ha letto una breve introduzione.
Vista la location come non parlare di "Sotto il Berretto Rosso" un fantasy di Loris Dall'Acqua pubblicato in versione E-book da Cavinato International Editore.
E siccome da storia nasce storia, un accenno a "La Dama del Bosco" un racconto di Roberta Venturini ispiratole da un quadro del Morigi che la stessa aveva visto per la prima volta alla prima presentazione di "Avevo detto che andavo per boschi", una storia appassionante brevemente illustrata da Dall'Acqua.
E dopo una breve intervista a Loris Morigi che ha esposto alcune sue opere tutti al buio per provare ad entrare nel vivo del libro al solo lume di una torcia esattamente come accadeva al protagonista del giallo impegnato alla ricerca di un'antica collezione di opere d'arte scoprendo così le tele dell'ospite d'onore ovvero Catia Di Mieri pittrice riccionese fortemente innovativa ed originale.
Lunedì su Valmaradio alle 20.30 a DOPO IL TG di Andrea Pari, radiointervista con l'autore e in esclusiva un' anticipazione sui progetti futuri riservata ai radioascoltatori dell'emittente.
Il libro è acquistabile online o in libreria, a Santarcangelo lo trovate a The BookRoom o al Mercatino delle 7 vite di Edoarda e Denise.
I PROTAGONISTI DI QUESTA PRESENTAZIONE:
SILVIO BIONDI
Silvio Biondi (48) è Ass. te Capo di Polizia Penitenziaria, scrive racconti brevi e fiabe a quattro mani con Amedeo Blasi, Consulente Giuridico Pedagogico Penitenziario.
Tra le loro opere:
“La luna, Mohammed e la sua scimmia” - Rimini il carcere che nessuno racconta (Il Ponte Vecchio Editore) 2011,
“Un Folletto per Amico” fiabe per bambini 2012 che ha avuto una seconda ristampa nel 2014 e
"Il Bottone del generale Zucchi" pubblicato da Montefeltro Editore nel 2012.
E alcuni racconti pubblicati in Racconti Romagnoli e Racconti a Tavola editi da Historica Edizioni
Nel 2017 pubblica Ghècc scritta assieme ad Amedeo Blasi e Maurizio Matteini.
E’ stato tra i fondatori dell’Associazione culturale Amici del Mulino Spignoli ed è presidente dell’Associazione Kairos.
MIRELLA
ZANOTTI
Ammirando
i suoi quadri si respira serenità, il tratto delicato che lei utilizza, i
soggetti scelti e i colori tenui che adopera, conferiscono alle sue tele delle
atmosfere sfumate che mettono lo spettatore a proprio agio.
Mirella
dipinge prevalentemente a olio, ha dipinto anche ad acquarello, ma quella
ad olio è la tecnica da lei prediletta, chi dipinge deve riuscire a trasmettere
delle emozioni a chi guarda il quadro, la serenità è uno stato d’animo che non è
facile da rappresentare, i soggetti scelti aiutano a provare queste sensazioni.
Contrariamente a quel che si può pensare, mentre dipinge prova sofferenza anche
se è la serenità quello che cerca di comunicare a chi osserva i suoi quadri.
Tra i suoi pittori
preferiti Monet e Boldini, due stili molto diversi tra loro ma che l’ hanno
sempre affascinata. Si limitava ad
ammirarli e a cogliere qualche spunto o qualche idea che poi sviluppava sulle
sue tele.
Il
primo soggetto da lei immortalato fu Una notte di luna molto
tormentata, tra le sue opere, tanti volti
femminili, persone comuni, ma anche donne famose.
Delle
donne spesso ritrae gli occhi che mette abilmente in primo piano, amava
dipingere gli occhi perché sono lo specchio dell’ anima,
dicono molto di una persona. Ogni volta che doveva ritrarre qualcuno voleva
immortalare sulla tela le sensazioni che la persona le trasmetteva affinché
anche gli altri potessero vederla come l’aveva vista lei.
Incantevoli
anche i paesaggi marittimi, spiagge e mari che ha ritratto in momenti diversi
della giornata, il mare è una sua grande passione anche perché per lei rappresenta un
simbolo di libertà.
LORIS MORIGI
Loris Morigi detto “Il chirurgo”. Coi suoi
pennelli incide le tele con una precisione degna di un vero chirurgo, da dove
viene questo soprannome?
- Fu un collega pittore a darmi quell'
appellativo, mi definì così dopo aver visto alcuni miei quadri. E’ una
definizione nella quale mi riconosco sia per la cura dei
particolari che riesco a rifinire grazie a dei pennelli molto fini
simili a dei bisturi, sia per l'approccio con la tela che probabilmente è
lo stesso di un chirurgo verso il suo paziente.
Qual è la tecnica che predilige?
- Senz’altro quella ad olio, sia che si tratti di
dipingere su tela che su tavola.
Ci sono pittori del passato dai quali trae
ispirazione o segue una sua linea?
- Il Caravaggio è il pittore che maggiormente
apprezzo, mi sono anche cimentato a ritrarre qualche sua opera come il suo
meraviglioso "Cesto di frutta" sul quale mi sono impegnato a
riprodurre lucentezze e opacità della frutta, seguo comunque una mia
linea.
La sua arte è iper-realista, riesce a
riprodurre la realtà in maniera veramente minuziosa e precisa, immagino che
ogni quadro richieda molto tempo e molta pazienza, quanto tempo dedica alla
pittura?
- Dipende dalle giornate, mediamente direi dalle 5
alle 6 ore al giorno.
E quanto tempo impiega per realizzare un quadro?
- Dipende dal soggetto ritratto e dalle difficoltà
presenti, potrei impiegarci una ventina di giorni ma anche 2 o 3 mesi
quando ci sono particolari che necessitano di una cura maggiore.
Nei suoi quadri sono spesso ritratti
bicchieri e cristalli ai quali riesce a conferire non solo le trasparenze, ma
anche dei riflessi veramente incredibili, sono quelli i soggetti che preferisce
dipingere?
- Sì, ne ho dipinti diversi e probabilmente continuerò
a dipingerne altri visto che chi li ha visti mi incentiva a proseguire su
questa strada.
Come fa ad immortalare in maniera così
fedele i particolari?
- Con l’impiego di pennelli molto fini che
permettono di lavorare con precisione ma serve anche molta concentrazione
e tanta pazienza.
Le lampade che lei ritrae sembrano
realmente accese mentre i centrini all’uncinetto non sembrano nemmeno dipinti
bensì appoggiati sul quadro, solo un gioco di prospettive?
- Un gioco di luci ed ombre che dosate nella giusta
maniera danno una certa tridimensionalità al quadro.
Oltre ad aver dipinto diversi angoli di
casa, si è dilettato anche nel ritrarre alcuni animali ai quali è riuscito a
dare una forte espressività, è corretto dire che lei stia portando avanti due
generi diversi?
- In effetti sono due generi molto diversi tra loro
e che richiedono anche un impegno differente. Iniziai a ritrarre gli
animali dipingendo "Libertà" un cavallo nero al galoppo sulla
battigia, dal successo riscontrato per quel quadro la scelta di dipingere
anche altri animali. L’alternanza di soggetti mi permette anche di variare
e di ricercare nuovi stimoli.
Ultimamente si sta dedicando anche a
dipingere le mani che spesso mette in primo piano, una sfida con te stesso?
- Le sfide mi entusiasmano, una volta un
intenditore mi disse che un bravo pittore si riconosce da come dipinge le
mani, da quella volta mi dedicai anche a quelle. Più che dimostrarlo agli
altri il desiderio di dimostrare a me stesso se ne ero capace.
Lei ha partecipato a molte mostre ed
anche a qualche concorso, a Frontino si è anche aggiudicato il podio.
- La prima volta che partecipai al concorso di
Frontino arrivai secondo, in quell’ occasione dipinsi il chiostro del
convento di frati, mentre la seconda volta che partecipai dipinsi
uno scorcio di Frontino visto attraverso lo squarcio di una tela.
Qual è il quadro che più la rappresenta e
quale quello a cui è più legato?
- Se devo indicarne uno in particolare direi “Luci
e cristalli” nel quale ho ritratto diversi bicchieri e caraffe e nel quale
anche la tovaglietta richiedeva un certo impegno. Non saprei invece
sceglierne uno a cui io sia più legato, li sento tutti come fossero figli
e quindi li considero tutti uguali.
Quale invece quello che deve ancora
dipingere?
- Probabilmente devo ancora scoprirlo. Sono alla
ricerca continua di nuovi stimoli, mi attrae tutto ciò che rappresenta una
sfida, mettersi in gioco realizzando qualcosa che magari si ritiene
irrealizzabile aiuta a migliorarsi.
Attenderemo con piacere
i suoi nuovi lavori certi del fatto che riuscirà sicuramente a stupirci.
CATIA
DI MIERI
Catia
Di Mieri pittrice riminese e attualmente residente a Riccione ha realizzato
ritratti di grandi artisti, donne e uomini che oltre ad essere famosi, sono
anche personaggi di comprovato talento.
Una
scelta non
casuale la sua, oltre ad essere conosciuti e di grande talento sono dotati di
una forte personalità, hanno alle spalle storie di vita molto intensa e
talvolta di sofferenza dalla quale scaturisce una profonda sensibilità.
Questi personaggi sono spesso suoi idoli perché ama la musica e l'arte in
tutte le sue forme, per dipingere sceglie soggetti ai quali si sente
emotivamente più vicina. Alcuni quadri in cui sono ritratti compositori di
musica classica, sono invece un omaggio ai grandi della musica.
Le
sue tele non passano inosservate, la scelta di “guastare il quadro” che riserva
ad alcune tue opere come tocco finale, dimostra un coraggio non indifferente,
soprattutto quando il quadro è quasi ultimato e “ben riuscito”, una interpretazione
personale che deriva anche dallo stato emotivo di quel periodo o da una
protesta interiore che nasce in un momento di riflessione. Le piace l'idea che
chi guarda il quadro si ponga delle domande o semplicemente che abbia delle
reazioni.
Quando
dipinge ha
già maturato un’ idea generata da stato emotivo o dal trasporto che il soggetto
le da, talvolta cambia tecnica o colore facendo una scelta improvvisa col
quadro ultimato creando un effetto finale stupefacente.
Ha
dipinto Billie Holiday, Frida Kahlo e Beethoven su tele rovesciate, anche in
questo caso una scelta inusuale ma vincente visto che quei dipinti in bianco e
nero hanno assunto delle sfumature particolari che fanno presa sul
pubblico. Essendo
autodidatta ed amando la sperimentazione, le capita talvolta di scoprire tecniche nuove,
ha iniziato a dipingere sul retro della tela girando un quadro che non
rispecchiava le sue aspettative, così facendo si accorge che i ritratti
assumono un effetto “seppiato” molto gradevole e una intensità che si sposa
bene con i soggetti.
Quando dipinge segue sempre l'istinto del momento
o ciò che rimane dalle esperienze durante la visita a mostre, non a casao il
soggetto da lei prediletto è Frida Kahlo che ha ritratto in svariati modi e che
ama particolarmente da quando ebbe l’occasione di ammirare una sua mostra. E’
molto legata anche al ritratto di Billie Holiday, una cantante jazz
che adora anche per il suo vissuto molto
intenso.
Foto di Gino Ballarini
Foto di Gino Ballarini