lunedì 9 aprile 2012

UNA DOMENICA AL MUSEO (anche in video)



MUSEO MULINO SAPIGNOLI A POGGIO BERNI


Il Mulino è il luogo dove s'incontrano il mondo dell' agricoltura e quello dell' artigianato in
quanto vi si portava il grano e lo si trasformava in farina, ci si  incontrava, si commerciava
e si barattava visto che spesso era la farina la merce di scambio per il grano ricevuto.
La forza dell'acqua si trasforma in energia grazie a quella ingegnosa meccanica che fa muovere le macine, un' opera che si può definire un capolavoro di ingegneria. Il mulino è anche un luogo in cui si mescolano e si intrecciano la realtà del lavoro e quello della fantasia, delle vecchie credenze dei detti e anche dell' immaginario erotico, qui si mescolano il dialetto e l'italiano questo è il viaggio che attende chi si recherà al museo Mulino Sapignoli a Poggio Berni aperto anche tutte le domeniche dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18.
La storia delle fosse, che prendevano acqua dal fiume e la portavano nelle campagne e dei mulini che nei secoli scorsi vi sono stati costruiti sopra, la storia della macinatura, i ricordi di chi ha passato una vita al mulino. e rappresenta uno dei più importanti simboli della storia della nostra comunità e della valle del Marecchia una valle in cui ne furono censiti ben 165.
Il mulino è descritto anche come luogo di folletti dispettosi e burloni che azionavano le macine anche quando il mulino non funziona o era guasto, la storia si ripete il mulino ha trovato chi si prodiga per farlo funzionare quando era destinato a stare chiuso, non folletti bensì semplicemente "amici del museo".
L.D'A
                                                                     


1 commento:

  1. Ritornare al mulino è un po' come ritornare indietro nel tempo. Capita spesso che il visitatore, accompagnato per mano dagli "Amici del mulino", nel ripercorrere la vita di quel luogo magico e antico, riviva momenti ed emozioni trascorsi che hanno segnato nel bene o nel male la sua stessa esistenza.
    A volte la commozione prende il sopravvento:
    ricordo di una donna che durante la visita al piano superiore del mulino, ripensando alle sue lunghe trecce nere di bambina, all'improvviso si affacciò alla finestrella della sua cameretta da letto (oggi adibita a biblioteca). Gli occhi le diventarono lucidi e la voce velata di malinconia. Si fermò chiudendo gli occhi; per magia il ruscello della fossa Viserba ritornò a cantarle nuovamente la ninnananna che lei amava tanto ascoltare ogni sera prima di addormentarsi.
    Quella donna si chiamava Martina, era la figlia del mugnaio...

    RispondiElimina