mercoledì 17 ottobre 2012

MUSEO DEL BOTTONE OGGETTO DI TESI

Il Museo del Bottone per l'ottava volta diventa oggetto di tesi universitaria, è di moda e porta anche fortuna.... quello che segue è il comunicato stampa di Giorgio Gallavotti l'uomo che fa parlare i bottoni e sognare chi l'ascolta.

L.d.a.


Comunicato stampa pubblicato dalla La Voce di Romagna, il Nuovo Quotidiano e il Corriere di Rimini


Un’ altra ragazza di S.Vito Santarcangelo Elisa Canini si è laureata questa volta alla Università di S. Marino con un stupendo 110 e lode. Complimenti alla nuova dottoressa.

Le ragazze laureate, sempre con il massimo dei voti, con il Museo del Bottone sono diventate otto, medie due all’ anno.

Titolo della tesi: Mostrare
Sottotitolo: Percorso e allestimento interattivo per un piccolo museo: il Museo del Bottone di Santarcangelo
Università degli Studi della Repubblica di San Marino associata con:

Università Iuav di Venezia - Facoltà di Design e Arti
Corso di Laurea in Disegno Industriale
a.a. 2011/2012 sessione di settembre.


La dott. Canini specifica i termini della tesa.

<La mia tesi è stata realizza all'interno del Corso di laurea in Disegno Industriale e ha per tema la riqualificazione di un piccolo museo tramite i nuovi media. Essa prende come esempio il Museo del Bottone di Santarcangelo di Romagna ma si basa su una tecnologia a basso costo che permetta a qualsiasi piccolo museo di adottare una modalità espositiva di tipo interattivo e multimediale con un investimento relativamente basso.
Le modalità espositive di questo genere non solo creano attrazione nei confronti del museo ma permettono un apprendimento più rapido rispetto ad una normale visita perché inducono lo spettatore ad incuriosirsi e, di conseguenza, intercedere col mezzo a sua disposizione, facendo del museo un vero e proprio strumento didattico. Ovviamente, oltre all'uso di pareti e tavoli interattivi, l'importanza dell'oggetto reale rimane, per questo le due modalità espositive convivono una accanto all'altra andando a rinforzare la propria forza con la compresenza. >


Intanto al Museo del Bottone anche nel periodo di ottobre arrivano giornalmente tanti gruppi, soprattutto tedeschi. Il sabato e la domenica invece arrivano gruppi generalmente italiani. Tutto questo fa prevedere che si sta azzerando la mancanza di visitatori, per le note vicende nazionali , avuta nella prima parte del 2012.

Al prossimo convegno Nazionale dei Piccoli Musei ad Amalfi il 5-6 novembre, di cui sono un relatore ufficiale e membro del CdA, sarà consegnato al Museo del Bottone l’ attestato di fondazione della Associazione Nazionale dei Piccoli Musei.

L’attestato è importante perché lo scopo dell’ associazione è una nuova legislazione, sul ruolo dei Piccoli Musei, che sono il 95 % dei Musei italiani. L’ associazione chiede per i Piccoli Musei un riconoscimento ufficiale in base a dei parametri diversi da quelli dei grandi Musei.

I piccoli Musei hanno successo per la loro accoglienza, per il loro rapporto umano efficiente e competente, che crea un collegamento con il territorio e il Museo.

Si deve costruire un percorso comunicativo che faccia emozionare il visitatore, con chiari riferimenti al territorio e alla realtà culturale che ospita il museo stesso.

Non è più possibile semplicemente esporre oggetti, ma si deve far interagire l’ utente che visita mostre e musei. Questa è la filosofia della Associazione che premia chi la applica. Il Museo del Bottone sin dalla apertura ha adoperato questo sistema ed è stato premiato dai visitatori.

Grazie per l’ accoglienza.

Con cordialità e simpatia

Giorgio Gallavotti

Santarcangelo 15-10-2012

3 commenti:

  1. Grazie per la condivisione, siete degli amici.

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  2. Ciao Giorgio,
    è un onore avere la tua amicizia, la condivisione dei tuoi successi non è dovuta a legame di amicizia ma per merito, motivazione che credo valga anche per tutte quelle persone che volontariamente contribuiscono a diffondondere il tuo amore per i bottoni e la storia che c'è dietro.

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  3. Il Museo del Bottone di Santarcangelo entra nella letteratura.


    Giorgio Gallavotti, il direttore del Museo del Bottone di Santarcangelo, sta mostrando alle decine di visitatori che si affollano attorno a lui, il cimelio che partecipò ai moti del 1831.
    Indica il bottone papalino raccolto dal suo avo, luogotenente del Generale Zucchi comandante in capo della milizia di liberazione.
    La platea si accalca, mentre l’arguto cicerone dà notizia del sacrificio di cento patrioti Riminesi, che nella battaglia delle Celle a Rimini, dettero la vita per liberare il suolo natio.
    Spiega il mistero del ritrovamento, aggiunge notizie certe sulla carriera del generale, sul suo carattere volubile da avventuriero che iniziò a combattere al fianco dei francesi, proseguì al soldo degli austriaci e, quindi, si scoprì patriota.
    Conclude il breve, ma intenso racconto, ricordando ai presenti che alla fine della giostra gli austriaci, i quali non gradirono il tradimento del militare, lo imprigionarono per più di dieci anni.
    - A proposito di galera, guardate - il direttore del museo prende con la mano destra un libricino giallo, lo alza affinché tutti possano vederne la copertina. Qualcuno sorride, qualcun altro ride proprio di gusto. In copertina, sullo sfondo della scalinata che mena al “Campanone” di Santarcangelo, un giulivo bottone rosso scende allegramente ma… a destra, nascosto dietro un muro, si scorge la sagoma di un assassino che impugna un coltellaccio nero; è l’agguato al bottone!
    - Questo libro - prosegue Gallavotti - è stato scritto da due carcerieri moderni, qui è raccontata per filo e per segno la vicenda del generale, narrata in prima persona da questo bottone, come hanno fatto? Leggete e lo scoprirete.
    - Gli autori, l’Educatore Amedeo Blasi e l’Assistente Capo Silvio Biondi, entrambi operatori del carcere di Rimini, mi hanno onorato di rendermi umile depositario di questo museo, nato dalla mia passione e dall’amore della mia dolce Giulia, protagonista indiscusso di nove racconti. Questo - ed indica il bottone papalino - ma anche quello - ed indica in lontananza un altro bottone - quell’altro laggiù vedete? Ogn’uno ha la sua storia da raccontare, una storia a metà tra la realtà e la fantasia.
    Ad ogni indicazione di Giorgio la folla si gira e sussulta cercando con gli occhi smarriti tra i mille bottoni. C’è in sala un fermento inconsueto, c’è un po’ di elettricità. Il direttore del museo sorride soddisfatto e dice: - Questi due “secondini” mi hanno infilato nella letteratura. Ripone il libricino giallo, lo indica ancora e conclude: - Ne leggerete delle belle anche qui!
    Silvio Biondi - Amedeo Blasi
    “Il Bottone del Generale Zucchi” Graph Editore
    silsab@inwind.it

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